A sample text widget

Etiam pulvinar consectetur dolor sed malesuada. Ut convallis euismod dolor nec pretium. Nunc ut tristique massa.

Nam sodales mi vitae dolor ullamcorper et vulputate enim accumsan. Morbi orci magna, tincidunt vitae molestie nec, molestie at mi. Nulla nulla lorem, suscipit in posuere in, interdum non magna.

L’omofobia non è un’opinione!

Ricorre oggi il nono anno della giornata internazionale contro l’omo-transfobia ed ancora oggi in Italia l’omosessualità è un tabù.
Specifichiamo che si identificano come omofobia e transfobia tutta quella serie di atti ed atteggiamenti discriminatori verso individui per il semplice fatto di essere considerati diversi per l’orientamento sessuale o l’identità di genere, intesa come l’assegnazione che ogni persona fa (e cioè la sua identificazione) e quella che gli altri fanno di lui o di lei, rispetto ad una o varie categorie di genere, basate sulla differenza sessuale socialmente percepita.

I dati dell’ILGA

Come osservatorio raccogliamo dal 2005 tutti gli atti discriminatori e violenti nei confronti di omosessuali, lesbiche e trans* documentabili attraverso i media o le esperienze dirette comprovabili e il quadro che viene fuori continua ad essere desolante. In Europa l’Italia occupa il 32° posto su 49, con un punteggio che passa dal 19% dell’anno scorso al 25% soprattutto grazie all’approvazione della strategia nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (fonte: ILGA).Considerando che la media Europea è del 46% e quella dell’Europa più allargata del 36%, l’Italia ha ancora molta strada da fare.

Discriminazioni e aggressioni sono state perpetrate proprio a causa dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere delle vittime, ad esempio giovani lesbiche sono state aggredite al grido di “lesbica di merda”, e gay colpiti perché “froci di merda”. Per non dire delle persone transessuali che, costrette a prostituirsi per l’impossibilità di trovare un lavoro dignitoso, rischiano la vita ogni notte, come dimostrano molti fatti documentati, e la cui condizione può venire solo peggiorata da norme che mettono sullo stesso piano clienti, sfruttatori e transessuali, cioè carnefici e vittime.
I dati per quest’anno, inoltre, mettono in evidenza un aumento dei casi di suicidio (4) e i tentati suicidi (2), degli atti vandalici (come le recenti scritte omofobe sui muri della Chiesa Valdese a Piazza Cavour a Roma) o i manifesti di gruppi politici (come per es. Forza Nuova) oltre alle sempre più crescenti manifestazioni “spontanee” in difesa della “famiglia naturale” che altro non sono che momenti di mistificazione di gruppo del concetto stesso di coppia, famiglia, normalità e diritti con l’intento ben preciso di diffondere informazioni erronee e giudizi tendenziosi.

Il dossier sull’omotransfobia

Come già scritto nel nostro dossier, ci sembra importante sottolineare che gli atti di violenza e discriminazione sono comunque e per la loro stessa natura atti odiosi, che creano in chi li subisce danni spesso irreparabili di natura non solo fisica, ma anche psicologica e sociale. Motivo per cui ogni ‘singolo’ atto perpetrato a danno di qualcuno per il suo orientamento sessuale non perde la sua valenza e la sua gravità solo perché ‘può’ riguardare alcuni o pochi soggetti. Se l’entità dei soggetti vittime di violenze o altri atti criminali fosse stata la ‘misura’ adottata dal legislatore nel dar vita ai codici che regolano la vita delle nostra comunità, ci troveremmo, oggi, un sistema normativo a dir poco ‘folle’, orientato più a disciplinare e sanzionare le “liti condominiali”, così diffuse e di grande entità nel nostro paese, che ad intervenire per tutelare l’integrità e dignità degli individui!

Fortunatamente, il nostro sistema normativo, come qualsiasi sistema di regole dei paesi civili, si struttura e si sviluppa a partire dal riconoscimento di alcuni valori fondanti, contenuti nella nostra carta costituzionale, valori e principi che non sono e non “possono essere” oggetto di scambi nel “mercato politico”, valori che fondano il nostro patto sociale e la cui violazione costituisce comunque un atto di gravità ‘eccezionale’, anche se riguardasse solo un soggetto!

In secondo luogo, ci sembra utile entrare nel merito dell’”entità” stessa del fenomeno dell’omofobia e della transfobia, e questo non tanto per avviare una inutile “battaglia” di numeri e di cifre, ma per vedere meglio cosa c’è dietro questi numeri e queste cifre.
Chiaramente, riconosciamo che un fenomeno come quello delle discriminazioni quanto più interessa la collettività tanto più richiede un intervento ed un’azione politica tesi a ripristinare i principi di uguaglianza e parità tra gli individui. Cioè, siamo consapevoli del fatto che l’ ”urgenza” di interventi in merito ad atti di discriminazione trovi nell’entità del fenomeno uno, ma non il solo, ‘indicatore’ di un interesse collettivo da tutelare.
Però, se ci si limita ad una lettura ‘miope’ ed ‘ingenua’ delle statistiche che riportano le denuncie di atti e fatti discriminatori, si finisce per concludere che, tutto sommato, il fenomeno è contenuto e quindi non ‘merita’ di essere preso in considerazione in termini di interventi sanzionatori.

Statisitche

Ora, è noto ai molti che, seppure di grande utilità, le statistiche che riguardano i crimini possono solo darci un quadro di massima dell’andamento del fenomeno deviante e delle sue caratterizzazioni, poiché esiste sempre un “numero oscuro” di delitti che per svariate ragioni non vengono denunciati dalle vittime, cosa che ridimensiona l’entità stessa dei comportamenti criminali rilevati.
Questo ‘limite’ dei dati a nostra disposizione andrebbe, a maggiore ragione, considerato proprio nel caso delle discriminazioni dovute all’orientamento sessuale. In effetti, proprio le vittime di atti discriminatori di questo tipo difficilmente tendono a denunciare perché temono con questo di rendersi troppo ‘visibili’, soprattutto coloro i quali, e sono molti, vivono la propria identità sessuale in una dimensione “privata”.

Alla luce di queste considerazioni è, dunque, difficile ritenere che l’entità del fenomeno discriminatorio possa essere reso dai dati statistici a disposizione. E sarebbe sconsiderato assumere una posizione politica solo sulla scorta di dati così poco affidabili.
Diversi sono, infatti, i fenomeni di violenze e discriminazioni che hanno caratterizzato nel corso degli anni il nostro paese e che proprio in quanto “statisticamente” poco visibili sono stati affrontati con grave e grande ritardo dalle istituzioni e dalla politica.
La violenza sessuale contro le donne ne è forse un esempio paradigmatico. Un fenomeno che ha avuto come sua peculiarità specifica quello di essere ‘sotterraneo’, ma che nel tempo si è manifestato come fortemente radicato e diffuso su tutto il territorio nazionale. Fenomeno sotterraneo perché purtroppo largamente “tollerato” in un contesto come l’Italia di poco più di 20 anni fa, in cui era quasi un ‘costume’ abusare delle donne, in quanto ritenute “in-fin-dei-conti” consenzienti! Solo l’introduzione di una normativa finalizzata a sanzionare apertamente e direttamente atti così gravi ed ignobili, ha “consentito” a molte donne di uscire dall’ombra e di denunciare i propri aguzzini, riconoscendosi come vittime e contribuendo alla lotta contro fenomeni di questo genere di intollerabile inciviltà.

Gli strumenti legislativi

Ed è proprio nel periodo successivo all’introduzione di questi nuovi strumenti legislativi, che hanno reso la violenza sessuale un delitto non più contro la morale ma contro la persona e la sua integrità, che si è assistito ad un aumento esponenziale delle denuncie di violenze da parte delle donne.
Cioè, l’adeguamento del sistema normativo all’emergere di nuovi fenomeni criminali ha influito anche sul “sentire diffuso”, consentendo alle donne non solo di avere uno strumento concreto ed adeguato per tutelarsi, ma implicitamente dando loro anche la ‘forza’ di ‘emergere’ e di denunciare apertamente le violenze subite. Lo stesso riteniamo che potrebbe avvenire nel caso di gay, lesbiche e trans colpiti da attacchi omotransfobici.

Il metodo di raccolta dati

Il metodo utilizzato nella raccolta dei casi è quello di una classificazione per genere/orientamento sessuale, distinguendo quindi le violenze nei confronti di lesbiche, gay e trans, ma mettendo anche in evidenza le dichiarazioni omofobe da parte dei politici, dei rappresentanti religiosi o dei media che avvengono in “coincidenza” con periodi particolarmente importanti per la comunità LGBT sia dal punto di vista della visibilità (Pride, giornata contro l’omo-transfobia) che dell’approvazione di norme a tutela dei diritti LGBT e contro la violenza e la discriminazione nei confronti di lesbiche, gay e trans.
Vengono inoltre riportati i link ai vari quotidiani che hanno diffuso la notizia, proprio per dare la possibilità di verificare di volta in volta la veridicità dei casi, ma anche per permettere una ricognizione dettagliata sul numero e sul modo di riportare la notizia da parte delle varie testate, o dei siti internet (spesso blog personali, ossia “diari” virtuali di persone interessate nelle tematiche dei diritti trans/omosessuali e non ).

L’esplosione dei casi di violenza

Ciò che emerge dalla lettura dei casi di violenze e discriminazioni “dichiarate” e “documentate” in Italia per l’anno 2013-2014 è un’esplosione di casi associata alla negazione delle qualità umane delle vittime. Il discorso omofobico risulta infatti basato su stereotipi più che su dati di fatto, su mosse retoriche più che su argomentazioni valide.
I vari casi testimoniano un’intolleranza che un Paese come l’Italia non può ignorare. Si tratta sempre e solo di reati che hanno come motivazione di base l’orientamento sessuale o l’identità di genere.
I casi di omicidio o suicidio sono inoltre sempre accompagnati da violenza fisica e verbale.
L’identikit dell’aggressore omo-transfobico che viene fuori (ma che è in continuo aggiornamento) è il seguente:

17 maggio: no alle discriminazioni | Diritti in Movimento

C’è qualcosa di innaturale e di ignobile nel negare il riconoscimento dei diritti basilari a gay, lesbiche e trans così come nello strumentalizzare la difesa da attacchi, aggressioni o violenze riducendola a compromissione della libertà di espressione. Ci sono molti pregiudizi e ci si basa su principi di un’etica sessuale cristiana.
Il lavoro da fare è davvero consistente: oltre alle modifiche/integrazioni legislative è auspicabile, così come già avvenuto in altri Paesi Europei, la creazione di organismi indipendenti che veglino sul rispetto dei diritti di omosessuali e transessuali. Ci sembra inoltre necessaria l’educazione alla differenza a partire dagli ambiti scolastici e il riconoscimento dell’esistenza di un’etica non esclusivamente cristiana, scevra dell’accezione religiosa-morale e cionondimeno concedendo a ciascun individuo di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto degli altri.

La diversità è un elemento naturale

Questo è il titolo di un progetto che sta partendo in una piccola cittadina del Lazio meridionale, la città di Formia.
L’ideatore del progetto è Francesco D’Angelis, ragazzo diciannovenne da sempre attento ai diritti civili ed alla tematica dell’integrazione sociale.
Il progetto, per l’appunto, nasce a fronte dei continui accadimenti che hanno permeato la cronaca nera italiana ed internazionale: omicidi a sfondo xenofobico, suicidi indotti da una società per la quale l’omosessualità è un peccato mortale o addirittura un abominio, femminicidi, e le continue difficoltà che riscontrano le persone diversamente abili ad inserirsi nella società. Questo progetto coinvolge i ragazzini delle prime medie della città i quali, venendo a contatto con la diversità, affrontandola, capendola e facendola loro, saranno chiamati alla costituzione di un elaborato finale che verrà poi esposto nel centro della città. L’impegno sociale ampiamente adempito dal progetto, ha meritato che questo finisse addirittura alla Regione. Adesso ci si aspetta soltanto che le scuole di questa piccola città poco abituata alla diversità, diano un riscontro positivo.
Francesco si augura che tanti ragazzi, uomini e donne promuovano progetti simili per fondare le basi di una società tollerante, comprensiva della diversità, che la accetti come tale e che finalmente capisca che la diversità è un elemento naturale.

Lutto per Agedo

AGEDO nazionale comunica a tutti i suoi iscritti ed a tutto il movimento LGBT italiano la tragica scomparsa a soli 46 anni di Lucia Bonuccelli, psicologa e psicoterapeuta che ha prestato la sua la sua opera per diversi anni a Roma dove parallelamente alla sua attività professionale ha lasciato un’impronta nella nostra associazione fondando l’AGEDO Roma, essendone anche prima presidente.

Il suo impegno di volontariato non si fermava alla gestione del gruppo di auto aiuto romano ed alla divulgazione degli intenti associativi, ma si estendeva alla partecipazione attiva ai Gay Pride , con volantinaggi e presenza sullo stesso carro AGEDO.

Il suo ultimo lavoro ed opera più visibile nei riguardi della comunità LGBT è la consulenza per il progetto “Due volte Genitori” che insieme a Francesco Pivetta ha curato le consulenze psicologiche alla realizzazione e conduzione dei gruppi di incontro.

Lascia un grande vuoto in tutti noi che cercheremo di riempire con la continua divulgazione dei principi condivisi da AGEDO.

La nostra vicinanza alla famiglia, al marito ad al figlio.

Francesca e Angelica: non stiamo scherzando

Dopo le polemiche esplose a seguito delle dichiarazioni di Guido Barilla due donne, Francesca e Angelica, scrivono al patron della Barilla chiedendo che l’azienda possa fare da sponsor per finanziare il loro futuro matrimonio.

Di seguito la lettera che hanno pubblicato e che desideriamo divulgare sperando che possano realizzare il loro sogno:

Gent.mo Dottor Barilla,

siamo Francesca e Angelica,  una coppia lesbica di Manfredonia, una bella cittadina di circa sessantamila abitanti alle pendici del Gargano.  Siamo insieme da circa sette anni, affrontando immense difficoltà:  una casa in affitto,le bollette che spregiudicatamente arrivano con puntualità, il condominio, la rata della finanziaria per l’acquisto della nostra camera da letto .. Insomma tutte quelle difficoltà “tipiche” della famiglia italiana all’ombra della crisi violenta che stiamo vivendo.

A tutto ciò si aggiunge il fatto che Angelica lavora presso una coop. sociale per la modica somma di 450 euro circa al mese , mentre Francesca ( la penna che le scrive in questo momento) è disoccupata.

Come vede, nulla di meno “tradizionale” delle altre famiglie. Così, tra un “abbraccio” e l’altro abbiamo deciso di comune accordo , di scriverle questa lettera.

Ferme nella nostra decisione di stare insieme per tutta la vita , abbiamo deciso comunque che il prossimo anno pronunceremo il fatidico “si” , sotto lo sguardo dei nostri cari, degli amici , delle istituzioni cittadine e dell’intera cittadinanza che volesse prendere parte alla cerimonia. Si tratterà chiaramente di un rito “simbolico” per certi aspetti, perché come lei sa, in Italia l’ordinamento giuridico attuale non ci consente di avere alcun diritto.

Ma noi un segnale vogliamo darlo. E lo daremo. L’unica cosa che purtroppo manca è la risorsa economica per affrontare le spesucce che un matrimonio, sebbene in stile casereccio, comporta. Non abbiamo grosse pretese, perché ciò che conta per noi è soltanto l’amore che ci ha tenute insieme per tutti questi anni e che ci ha permesso di superarle tutte. Un amore che vogliamo condividere quel giorno con chiunque lo voglia con noi.

Così, inamovibili nella nostra decisione, abbiamo deciso di non farci scoraggiare e di proseguire dritte verso il nostro “altare. Da lì , l’idea di organizzare il nostro matrimonio con l’ausilio di uno sponsor.

Dispiaciute per quanto è accaduto in questi giorni , ferite per le sue dichiarazioni durante il programma “La zanzara” , abbiamo seguito la vicenda con rammarico ma con la fiducia che la società italiana rispondesse a nostro sostegno. E così è stato. Abbiamo preso parte alla campagna di boicottaggio che ha riscosso un importante successo. Abbiamo letto con piacere l’appello fattole da Dario Fo che ci è sembrato profondamente significativo. Abbiamo accolto con un po’ di scetticismo le sue scuse, e proprio per questo , abbiamo deciso di lanciarle una piccola “sfida” , ambiziosa ed ingenua come ci ha detto qualche amico, e con la contrarietà o meglio , la sfiducia di molti le chiediamo di dare un segnale vero e schierarsi a favore delle nozze gay:

“VORREBBE ESSERE LA BARILLA LO SPONSOR UFFICIALE PER IL NOSTRO MATRIMONIO?”

Credendo fermamente che soltanto gli stolti non cambino mai pensiero, confidando nella sua sensibilità nel voler  lanciare all’intera comunità lgbt un segnale concreto,

le porgiamo i nostri più distinti saluti.

Francesca e Angelica

Installazione artistica: Roma contro l’omofobia e la transfobia

Venerdì 26 Luglio dalle 18 alle 22 presso Piazza Montecitorio Installazione Artistica Partecipata e Itinerante per dimostrare che tutti abbiamo a cuore l’amore.

Per partecipare porta il tuo cuore di carta davanti Montecitorio, scrivi un messaggio e appendilo nel grande stendino che verrà allestito.
Organizzatrice dell’evento Valentina Vandilli.

Come Rete aderiamo e rilanciamo l’evento invitando tutti coloro che non possono partecipare fisicamente a disegnare un cuore, scrivere una frase, fotografarlo e postarlo sia sulla propria bacheca che su quella dell’evento. Sarà così possibile creare un grande stendino virtuale, perché è una questione di cuore: l’Amore è Amore per chiunque!

Clicca qui per aderire all’evento.

Legge contro l’omo-transfobia: ennesima bufala?

È stato licenziato martedì il testo base contro l’omo-transfobia in commissione giustizia ma con numerose mancanze ed approsimazioni. La richiesta avanzata da tempo, infatti, è l’estensione di tale tutela penale alle persone omosessuali e trans. Il testo approvato ieri si limita, però, a estendere la tutela penale solo agli atti di discriminazione, lasciando fuori le altre ipotesi.

Non si è fatta tuttavia attendere la risposta di Rete Lenford con una nota sul testo base della Proposta di legge in materia di contrasto all’omofobia e alla transfobia con i testi a fronte delle disposizioni modificate dal testo base e il confronto con l’Atto camera n. 245 (figura in basso). Pronta anche la risposta dei “Giuristi per la Vita” secondo i quali la legge sull’omofobia e la transfobia “rischia seriamente di avere gravi ripercussioni sui diritti fondamentali dell’uomo”.

 

Il popolo della rete, e non solo, tuttavia ha rapidamente reagito facendo circolare un appello su facebook che condividiamo ed al quale invitiamo ad aderire e far circolare.

**Obiettivo**

Spingere i partiti a presentare la legge completa contro omo-tranfobia e non un testo base inutile attualmente proposto dall’alleanza PD ( Ivan Scalfarotto ) + PDL.

** COSA POSSO FARE IO **
Invia una mail ad Ivan Scalfarotto ( primo firmatario del testo svuotato di ogni tutela per le persone LGBTI) per richiedere pressione mediatica e per chiedere che spinga per far approvare il testo completo di legge.

Mail Ivan Scalfarotto: ivan@ivanscalfarotto.it

Testo email:

Oggetto: Richiesta pressione mediatica sull’approvazione del testo integrale originario della legge contro l’omotransfobia

Mi chiamo ………………….scrivo da ……….vorrei richiedere l’approvazione del testo integrale originario della legge contro l’omotransfobia che verrà presentato al Governo prossimamente.

Grazie

Firma

Dobbiamo sbrigarci!
Martedì 16 entro le ore 12 i partiti potranno inviare emendamenti per far si che la legge che il movimento LGBT aveva richiesto e noi dobbiamo creare attenzione e pressione mediatica su questa vicenda, da questa decisione dipenderà davvero come potrà cambiare la nostra vita.

Senza legge completa contro l’omofobia, una persona potrà insultarvi, picchiarvi, fare mobbing senza ricevere la giusta aggravante come crimine d’odio, ottenendo al massimo un’aggravante per futili motivi.

Inoltre le persone transessuali continueranno a non avere alcun tipo di tutela.

Inoltre questa legge introduce per la prima volta nelle leggi italiane le problematiche della discriminazione delle persone omosessuali e transessuali che fino ad ora sono state INVISIBILI.

Questa legge è importante perché sarà il grimaldello per far approvare in futuro l’equiparazione dei matrimoni civili, anche se tu non sei d’accordo con il matrimonio potrai capire quanto a livello sociale porterebbe ad un cambiamento positivo sopratutto per le famiglie con figli formate da persone omosessuali.

Cominciamo a lottare per i nostri diritti e perché gli altri possano ugualmente ottenerli!

TESTO IN VIGORE

MODIFICHE APPORTATE DAL TESTO BASE

ART. 1

Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare la convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, aperta alla firma a New York il 7 marzo 1966.

ART. 1

Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare la convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, aperta alla firma a New York il 7 marzo 1966.

ART. 2

Piena ed intera esecuzione è data alla convenzione di cui all’articolo precedente a decorrere dalla sua entrata in vigore in conformità all’art. 19 della convenzione stessa.

ART. 2

Piena ed intera esecuzione è data alla convenzione di cui all’articolo precedente a decorrere dalla sua entrata in vigore in conformità all’art. 19 della convenzione stessa.

ART. 3

1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, anche ai fini dell’attuazione della disposizione dell’articolo 4 della convenzione, è punito:

a) con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;

b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;

2. … .

3. È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell’assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da uno a sei anni.

ART. 3

1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, anche ai fini dell’attuazione della disposizione dell’articolo 4 della convenzione, è punito:

a) con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;

b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi ;

2. … .

3. È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell’assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da uno a sei anni.

ART. 4

All’onere annuo, derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in L. 2.050.000, si provvede per gli anni finanziari 1974 e 1975 mediante riduzione, rispettivamente, degli stanziamenti del fondo speciale di cui ai capitoli 3523 e 6856 degli stati di previsione della spesa del Ministero del tesoro per gli anni medesimi.

Il Ministro per il tesoro è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

ART. 4

All’onere annuo, derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in L. 2.050.000, si provvede per gli anni finanziari 1974 e 1975 mediante riduzione, rispettivamente, degli stanziamenti del fondo speciale di cui ai capitoli 3523 e 6856 degli stati di previsione della spesa del Ministero del tesoro per gli anni medesimi.

Il Ministro per il tesoro è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.